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Il raffreddore comune è una malattia estremamente frequente, diffusa in tutti i paesi del mondo. È un'affezione infettiva, generalmente non grave, delle prime vie respiratorie e in particolare del naso e della gola. I sintomi del raffreddore comune comprendono starnuti, iperproduzione di muco, congestione nasale, mal di gola, tosse, mal di testa, lacrimazione oculare, perdita temporanea dell’olfatto e del gusto, sensazione di stanchezza. La causa è in virus di diverse famiglie, presenti nell’ambiente e trasmessi direttamente da soggetti malati ad individui sani, o per via aerea tramite micro gocce infette in sospensione nell’aria o tramite contatto con le secrezioni infette. La difficoltà della medicina moderna a trovare una cura per il raffreddore comune può venire dall’estrema varietà di virus di forme e dimensioni diverse. Inoltre, ogni nuova generazione di virus ha una costituzione chimica leggermente diversa dalla precedente.
Quando il raffreddore inizia, il sistema immunitario dell’organismo produce una sostanza chimica chiamata anticorpo che attacca il virus, evitando che danneggi le cellule sane. Perché il corpo possa combattere efficacemente il virus, ci deve essere la produzione di un anticorpo che corrisponda perfettamente al virus. Il corpo non può produrre anticorpi che possano copiare ogni minima variazione di ogni nuovo virus.
I fattori che diminuiscono la resistenza dell’organismo al virus sono: stanchezza, eccessiva esposizione al freddo, infezioni recenti o in atto, reazioni allergiche e inalazione di polvere o gas irritanti, fattori locali (deviazione del setto nasale, ipertrofia dei turbinati), fattori farmacologici (abuso di gocce nasali). Una piccola percentuale della popolazione non si ammala mai di raffreddore. Si ritiene che il motivo sia legato ad un sistema immunitario molto forte, capace di resistere alle infezioni.
La prevenzione del raffreddore prevede il seguire le norme igieniche di base, lavandosi spesso le mani con sapone e acqua calda, starnutendo e soffiandosi il naso in fazzoletti di carta da gettare via ed evitando di strofinarsi gli occhi o il naso. Inoltre, mangiare sano, tenersi in forma e dormire un numero sufficiente di ore svolgono un ruolo importante nella prevenzione del raffreddore poiché rafforzano il sistema immunitario.
Sul piano psicodinamico il raffreddore comune è da ascriversi ad un aspetto depressivo transitorio, non verbalizzato, bloccato nella sua espressione e somatizzato nel corpo. I sintomi del raffreddore, infatti, rimandano ad una costellazione depressiva: la congestione nasale, l’iperproduzione del muco e la lacrimazione oculare rimandano al pianto bloccato in quanto, se ci si pensa, quando si piange lacrimano gli occhi e questa sollecitazione delle ghiandole lacrimali stimola anche le mucose nasali (???); perdita temporanea dell’olfatto e del gusto, sensazione di stanchezza sono sintomi spesso presenti nella depressione maggiore, in quanto la persona che ne è affetta perde la capacità di provare piacere (anedonia) e vi è un ritiro dalla vita e da tutte le attività quotidiane e spesso un importante calo di peso a causa dell’inappetenza. Gli starnuti, il mal di gola, la tosse e il mal di testa rimandano, invece, alla presenza di contenuti che vengono vissuti come disturbanti l’equilibrio psicofisico dell’individuo che tenta di espellerli attraverso lo starnuto e la tosse.
È chiaro, quindi, che se è vero che quando ci si ammala di raffreddore non tutta la sintomatologia da raffreddamento è presente, analizzando il significato simbolico dei sintomi presenti si possono comprendere alcuni degli aspetti emotivi coinvolti nella depressione del sistema immunitario con la conseguente maggior suscettibilità alle infezioni. Quanto detto è particolarmente valido per le persone che, nonostante non abbiano particolari condizioni mediche compromesse che lo giustifichino, hanno nel corso della stagione invernale, o addirittura dell’anno, continui e ricorrenti raffreddori, dichiarando, in questo modo, un indebolimento “cronico” del loro sistema immunitario che non riesce a difendere l’organismo dagli attacchi degli agenti infettivi esterni.
Raffreddori ricorrenti possono, inoltre, rimandare ad una necessità inconscia, di fronte a stress ripetuti, di regredire a momenti esistenziali necessitanti di accudimento, che sono stati sperimentati dall’individuo, nella sua storia personale, come una tappa sicura di sostegno e di rispecchiamento. Tutto il coinvolgimento delle prime vie aeree starebbe a significare, secondo questa chiave di lettura, che le secrezioni simulano quel “pianto antico” che era servito a provocare un richiamo alla figura di sostegno. Ci si potrebbe chiedere, a questo punto, qual è il significato simbolico rintracciabile nel raffreddore ricorrente e qual è il tema al quale allude questa depressione somatizzata nel corpo. Per provare a rispondere a questa domanda dobbiamo partire dal fatto che il raffreddore è una patologia che interessa l’apparato respiratorio, e in quanto tale, compromette l’ottimale funzione del respiro, in particolare nella fase dell’inspirazione, rendendo più difficile e faticosa l’entrata dell’aria attraverso le cavità nasali a causa dell’ostruzione delle prime vie respiratorie.
Da un punto di vista simbolico la respirazione, insieme alla nutrizione, sono le principali vie di comunicazione con l’ecosistema di cui si fa parte. Inspirando incorporiamo parti del mondo, l’aria e tutti i gas contenuti in essa, ed espirando restituiamo l’aria all’ambiente, se pur modificata nella sua composizione chimica, in quanto più ricca di anidride carbonica e più povera di ossigeno. Attraverso la respirazione siamo in relazione con il mondo e l’ecosistema di cui facciamo parte.
La respirazione è una funzione in parte volontaria e può essere influenzata dagli stati affettivi in quanto l’espressione di alcune emozioni altera la respirazione: si pensi all’angoscia che fa avvertire un senso di soffocamento, di mancanza d’aria, la depressione che induce a sospirare, la tranquillità che è associata ad una respirazione regolare.
Sulla base di queste considerazioni se ne deduce che le malattie che interessano l’apparato respiratorio e nel caso specifico che stiamo trattando, il raffreddore comune, possono esprimere una rottura dell’equilibrio nella comunicazione e nello scambio tra mondo interno e mondo esterno. Lo scambio con l’ambiente diventa più difficoltoso, vi è una sorta di ritiro in se stessi (difficoltà ad inspirare e quindi a portar dentro parti di mondo), e un tentativo di regressione ad uno stato di accudimento. Ecco allora che le indicazioni che il medico fornisce per la cura del raffreddore e per la sua prevenzione (riposo, mangiar bene, attenzione all’igiene) assumono anche, tenendo conto delle nostre considerazioni, un valore psicologico ed emotivo che, trasposte su quest’ultimo piano, diventano bisogno di prendersi cura di sé e di prestare attenzione al proprio mondo interno per comprendere l’origine del proprio malessere e ristabilire quella relazione di scambio con il mondo.
dott.ssa Annalisa Bossoni - Psicologa Psicoterapeuta cell. 340.1586323 annalisa_bossoni@libero.it P.IVA 03598160988 C.F. BSSNLS87T51D284F Iscrizione all'albo degli Psicologi della Lombardia n. 03/16634