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Il vaginismo è una contrattura involontaria dei muscoli che circondano l‘introito vaginale. Sono presenti fobia del coito e paura anticipatoria di sentire dolore. Una terapia ecobiopsicologica impostata sull‘unità psicosomatica che contempla aspetti corporei e elementi psicologici porta la risoluzione del sintomo vaginismo poiché si tratta di una terapia congiunta, che coniuga e mette in comunicazione aspetti inconsci psichici e reazioni somatiche creando un ponte tra ultravioletto e infrarosso. 15 pericoloso. La sessualità è violenza e sacrificio, dolore e impurità. La terapia ecobiopsicologica, impostata sull‘unità psicosomatica, contempla gli aspetti corporei e l‘analisi psicologica profonda.
La risoluzione del sintomo vaginismo avviene poiché si tratta di una terapia congiunta, che coniuga e mette in comunicazione aspetti inconsci psichici e reazioni somatiche creando un ponte tra ultravioletto e infrarosso. Jung sintetizzò il rapporto tra archetipo e realtà individuale attraverso la banda dello spettro della luce. La banda infrarossa corrisponde agli istinti e alle funzioni corporee, la banda dell‘ultravioletto corrisponde agli aspetti psichici e spirituali. Secondo la prospettiva dell‘Ecobiopsicologia al polo infrarosso i processi psichici si traducono in processi somatici, mentre al polo ultravioletto le immagini archetipiche si presentano sempre più amplificate nel loro simbolismo. A seguito di tale precisazione, fin dal primo colloquio terapeutico il tema predominante della terapia è la ricerca di una femminilità desiderata ma temuta, che si esprime nel corpo come chiusura involontaria durante l‘atto sessuale. Interessante l‘ipotesi del trauma dell‘emotività non condivisa di Kalsched riguardo la condizione emotiva delle pazienti affette da vaginismo. Secondo questo autore quando il bambino è costretto a crescere troppo in fretta sacrifica i bisogni del suo vero Sé, si identifica con gli adulti accuditori, adotta una falsa facciata di invulnerabilità e indipendenza.
Da adulto difficilmente esprimerà i suoi bisogni. Nella psiche del bambino, continuamente esposta a microtraumi ripetuti derivanti dalla relazione disturbata con la madre, viene attuata una dissociazione: il disagio dell‘esperienza negativa confluisce nell‘inconscio, a livello psichico o somatico. Questa ipotesi supporta altri autori che sostengono l‘idea che il trauma sottostante al vaginismo non sia di natura puramente e specificamente sessuale, quali abusi o violenza, ma sia un trauma ascrivibile al rapporto con la madre e di natura affettiva. La concezione della sessualità trasmessa dalle madri delle donne affette da vaginismo cade sotto un pesante nucleo sacrificale, espropriata di soggettività indipendenza e piacere. L‘appropriazione e il riconoscimento della femminilità e della sessualità nelle donne vaginismiche ha come tappe obbligate innanzitutto la conoscenza del proprio corpo. I genitali femminili non sono accessibili alla vista, ma esplorabili attraverso il tatto, esperibili attraverso il ciclo mestruale che testimonia il normale funzionamento e la potenzialità riproduttiva. L‘esperienza del sangue mestruale ha vissuti emotivi e fantasmatici molto forti. Spesso il sangue viene associato al dolore, alla violenza, al tessuto lacerato, e la lacerazione dell‘imene rimanda all‘idea del dolore.
La terapia ecobipiscologica rivolta al vaginismo evidenzia l‘importanza dello schema corporeo e l‘immagine mentale. Nelle donne affette da vaginismo si evidenzia l‘incompletezza del loro schema corporeo. Lo Schema corporeo è la sommatoria delle rappresentazioni sensoriali che, arrivate a livello cerebrale, determinano la percezione del nostro corpo. In una donna affetta da vaginismo primario lo schema corporeo è incompleto, in quanto la donna sente la chiusura all‘introito vaginale ma non è in grado di riferirla alla contrattura involontaria dei muscoli dell‘introito vaginale. Spesso non vi è conoscenza dell‘ apparato genitale. L‘elemento sicuramente da costruire e completare in una donna vaginismica è l‘immagine mentale del corpo. L‘immagine mentale è la rappresentazione a livello mentale del nostro corpo, rispetto allo schema corporeo l‘immagine mentale si completa di un‘idea di plasticità, pertanto è l‘immagine mentale che ci permette di avere consapevolezza delle possibilità dinamiche e spaziali del nostro corpo. Probabilmente 16 entra in gioco, con la plasticità anche una dimensione di maggiore fluidità, coerenza, e anche di personalizzazione. La nostra immagine corporea è più nostra‘ dello schema corporeo, più personale e soggettiva.
La creazione dell‘immagine è un atto costruttivo‘, una espressione della Selfagency. Parallelamente alla costruzione e all‘integrazione dell‘immagine mentale completa e integrata nella donna affetta da vaginismo, la terapia, secondo la prospettiva ecobiopsicologica, deve rigenerare la psiche femminile dell‘elemento afrodisiaco. Afrodite è la dea della bellezza, della femminilità sensuale, desiderosa di incontrare nell‘esperienza sessuale il piacere dell‘incontro con il maschile.
La terapia attraverso un percorso di accompagnamento rigenera una facoltà di immagini, aspetto sconosciuto o assopito nella psiche. Il tema della bellezza si esplica con la piena integrazione del corpo femminile, un corpo pulito, in grado di accogliere, veicolo di esperienze sensoriali desiderate, non più temute. La sensualità è l‘esperienza dei sensi, che avviene con volontà di incontro con l‘aspetto maschile. Quando Afrodite emerge dalle acque del mare e cammina sulla terra la natura si rianima, fiori, profumi, venti caldi e carezzevoli esprimono il desiderio vitale della terra che rifiorisce. L‘immaginario delle donne vaginismiche deve essere ripopolato da elementi naturali che esprimono la primavera, la fase del ciclo della terra che, dopo il freddo e profondo inverno, germoglia. È il femminile naturale che gioisce nell‘esperienza sensoriale della rinascita attraverso colori, profumi e fiori emergenti dopo che la terra ha accolto dentro di sé i semi del maschile.
È difficile delineare le caratteristiche di una terapia rivolta alla soluzione del vaginismo, ma è importante sottolineare che l‘interrelazione di tale sintomo tra corpo e psiche ci induce ad elaborare un trattamento che combini e alterni un approccio corporeo e uno psicoanalitico. Una terapia che permetta un ponte tra aspetti inconsci confluiti nel corpo ma che hanno bisogno di essere raccontati e narrati dalla psiche, per creare comunicazione e scambio e arrivare a stati di maggior coscienza e permettere il cambiamento e la risoluzione del sintomo.
Bibliografia
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